Tra pellicole e pagine: Il talento poliedrico di Ferzan Ozpetek come autore di libri
Nel panorama del cinema italiano contemporaneo, pochi nomi risplendono con la stessa intensità di Ferzan Özpetek. Regista e sceneggiatore di fama internazionale, Özpetek ha incantato gli spettatori con la sua capacità di raccontare storie avvincenti e profonde, immergendosi nelle intricanti sfumature delle relazioni umane e della complessità della vita quotidiana.
Nato il 3 febbraio 1959 a Istanbul, in Turchia, Özpetek ha coltivato fin da giovane una passione per il cinema. Dopo gli studi in architettura, si trasferisce a Roma, città che diventerà il cuore pulsante della sua carriera cinematografica. L'Italia, con la sua ricca storia culturale e la sua vivace vita urbana, ha fornito a Özpetek un terreno fertile per esprimere la sua visione artistica.
Il debutto di Özpetek dietro la macchina da presa avviene nel 1997 con il film "Hamam - Il Bagno Turco", una storia coinvolgente che mescola abilmente elementi di mistero, sensualità e scoperta personale. Ambientato tra le affascinanti strade di Istanbul, il film ha conquistato il pubblico e la critica, ottenendo numerosi premi e consacrando Özpetek come uno dei registi emergenti più promettenti.
Ciò che distingue il lavoro di Özpetek è la sua capacità di immergersi nelle vite dei suoi personaggi, esplorando le loro gioie, le loro paure e i loro desideri più profondi. I suoi film sono spesso permeati da una sensibilità poetica e una maestria nella creazione di atmosfere suggestive, che catturano lo spettatore sin dalle prime scene.
I temi trattati nei suoi film spaziano dall'amore all'identità , dalla famiglia alla ricerca di sé stessi. Özpetek non esita ad affrontare argomenti delicati e tabù, trattandoli con delicatezza e rispetto. Le sue opere sono un tributo alla complessità dell'esperienza umana, offrendo spunti di riflessione e emozioni sincere.
Con il passare degli anni, Özpetek ha continuato a consolidare la sua reputazione come uno dei registi più talentuosi e influenti del cinema contemporaneo. Film come "La finestra di fronte" (2003), "Mine vaganti" (2010) e "Rosso Istanbul" (2017) hanno ottenuto un successo sia di critica che di pubblico, contribuendo a diffondere il suo nome oltre i confini italiani.
I numerosi premi e riconoscimenti conferiti a Özpetek testimoniano la sua abilità nel creare opere di grande valore artistico e culturale. Tra i premi più prestigiosi figurano il David di Donatello e il Nastro d'Argento, che hanno riconosciuto il suo contributo significativo al cinema italiano.
Ma l'arte di Özpetek non si limita al grande schermo. Il suo talento poliedrico si estende anche alla scrittura, dove si esprime con la stessa grazia e profondità che caratterizza i suoi film. Con opere come "Il bagno turco" e "La finestra di fronte", Özpetek ha dimostrato di possedere un'invidiabile versatilità artistica, trasportando il lettore in mondi ricchi di emozioni e significati.
Nei suoi romanzi, Özpetek continua a esplorare i temi cari al suo cuore, offrendo una prospettiva unica sulla complessità delle relazioni umane e sulle sfide dell'esistenza. La sua scrittura è intrisa di una sensibilità poetica e una profonda comprensione della natura umana, che risuona nel cuore dei lettori.
Ferzan Özpetek si è affermato come una figura di spicco nel panorama culturale italiano, lasciando un'impronta indelebile nel mondo del cinema e della letteratura.
Qui di seguito i suoi romanzi. Abbiamo pensato a questo articolo in occasione dell'uscita del suo ultimo libro.
Sicilia, agosto 1978. Alice ha appena sei anni quando una donna elegante e un po' eccentrica si presenta a sorpresa a casa dei suoi genitori a Polizzi. È «zia» Irene, una parente di cui fino a quel momento non ha mai sentito parlare. Rimasta vedova di un uomo molto ricco e non più risposata, vive a Roma, dove fa l'artista e conduce una vita libera e anticonformista. Alice non lo sa, ma questo incontro segnerà in modo radicale il suo destino. Sarà infatti proprio Irene, imprevedibilmente, a consegnarle dodici anni dopo la chiave che le consentirà di conoscere davvero se stessa e di nutrire il sogno che custodisce fin da piccola: fare l'attrice. Inizia così l'ultima opera narrativa di Ferzan Ozpetek, che ancora una volta trasferisce nelle pagine di un romanzo il suo immaginario potente, colmo di spunti autobiografici e suggestive citazioni di suoi film. Una casa fascinosa nel centro di Roma piena di presenze e memorie del passato, una porta chiusa da troppo tempo, una stupefacente collezione di quadri, un amore appassionato e poi negato, come un cuore nascosto che ha smesso all'improvviso di battere, sono solo alcuni degli elementi di questo romanzo di formazione che è anche un noir dell'anima, una celebrazione del talento e del processo creativo, e un'indagine profonda sul dolore della perdita. Attraverso un sorprendente mosaico di appunti, bozzetti, foto, testimonianze di vita, Irene impartisce ad Alice una sorta di educazione sentimentale mentre la ragazza muove i primi passi nella Roma del 1990, tra l'animato quartiere di Campo de' Fiori e gli studi cinematografici De Paolis e di Cinecittà , impegnata tra lezioni di recitazione e provini, nuovi amici, incontri pericolosi e amori inattesi. Fino a una rivelazione che cambierà la sua esistenza.
È una domenica mattina di fine giugno quando una sconosciuta si presenta alla porta di Sergio e Giovanna. Molti anni prima ha vissuto in quella casa del quartiere Testaccio e vorrebbe rivederla un'ultima volta, si giustifica. Il suo sguardo sembra smarrito, come se cercasse qualcuno. O qualcosa. Si chiama Elsa Corti, viene da lontano e nella borsa che ha con sé conserva un fascio di vecchie lettere che nessuno ha mai letto. E che, fra aneddoti di una vita avventurosa e confidenze piene di nostalgia, custodiscono un terribile segreto. Riaffiora così un passato inconfessabile, capace di incrinare anche l'esistenza apparentemente tranquilla e quasi monotona di Sergio e Giovanna e dei loro amici, segnandoli per sempre. Chi è davvero Elsa Corti? Come mai tanti anni prima ha lasciato l'Italia quasi fuggendo, allontanandosi per sempre dalla sorella Adele, cui era così legata? Pagina dopo pagina, passioni che parevano sopite una volta evocate riprendono a divampare, costringendo ciascuno a fare i conti con i propri sentimenti, i dubbi, le bugie.
Un'auto lascia Roma di primo mattino. Alla guida, c'è un affermato regista. Sul sedile accanto, l'uomo che da molti anni ama di un amore sconfinato. Dove stanno andando? Mentre la città si allontana e la strada comincia a inerpicarsi dentro e fuori dai boschi, il regista decide di narrare al compagno silenzioso il suo mondo "prima di lui": "La mia vita è la tua e ora te la racconterò, perché domani sarà solo nostra". Inizia così un viaggio avanti e indietro nel tempo: i primi anni in Italia, dove era giunto dalla Turchia non ancora diciottenne con il sogno di studiare e fare cinema, le persone che hanno lasciato il segno, gli amici, gli amori, le speranze, le delusioni, i successi. Storie che conducono ad altre storie, popolate da figure indimenticabili e bizzarre: una trans egocentrica sul viale del tramonto, un principe cleptomane, un centralinista con il rimpianto della recitazione, una cassiera tradita dalle congiunzioni astrali, una bellissima ragazza dallo spirito inquieto. E poi, raffinati intellettuali, inguaribili romantiche, noti cinefili, amanti respinti e madri niente affatto banali. Sullo sfondo, il palazzo di via Ostiense dove tutto accade, crocevia di solitudini diverse, ma anche di intense amicizie e travolgenti passioni. Il palazzo che nel tempo si è trasformato, conservando però intatti i suoi più intimi segreti.
Tutto comincia una sera, quando un regista turco che vive a Roma decide di prendere un aereo per Istanbul, dov'è nato e cresciuto. L'improvviso ritorno a casa accende a uno a uno i ricordi: della madre, donna bellissima e malinconica; del padre, misteriosamente scomparso e altrettanto misteriosamente ricomparso dieci anni dopo; della nonna, raffinata "principessa ottomana"; delle "zie", amiche della madre, assetate di vita e di passioni; della fedele domestica Diamante. Del primo aquilone, del primo film, dei primi baci rubati. Del profumo di tigli e delle estati languide, che non finiscono mai, sul Mar di Marmara. E, ovviamente, del primo amore, proibito, struggente e perduto. Ma Istanbul sa cogliere ancora una volta il protagonista di sorpresa. E lo trattiene, anche se lui vorrebbe ripartire. Perché se il passato, talvolta, ritorna, il presente ha spesso il dono di afferrarci: basta un incontro, una telefonata, un graffito su un muro. I passi del regista si incrociano con quelli di una donna. Sono partiti insieme da Roma, sullo stesso aereo, seduti vicini. Non si conoscono. Non ancora. Lei è in viaggio di lavoro e di piacere, in compagnia del marito e di una coppia di giovani colleghi. Ma a Istanbul accadrà qualcosa che cambierà per sempre la sua vita. Tra caffè e hamam, amori irrisolti e tradimenti svelati, nostalgia e voluttà , i destini del regista e della donna inesorabilmente si sfiorano e, alla fine, convergono. Questo libro è una dichiarazione d'amore a una città , Istanbul.
Di Ozpetek ho letto "Come un respiro" e mi è piacito molto. Ho amato lo stile dello scrittore, la struttura del romanzo con una serie di lettere dal passato alternate al tempo reale in cui svolge la scena e anche l'ambientazione che è la città di Istanbul. Una lettura che consiglio e che non vi deluderà . Fabiola